Attività economica: riordino dei contributi a imprese editrici e vendita della stampa quotidiana e periodica e pubblicità istituzionale

NOTA

Il D.L. 18 maggio 2012 n. 63 – nella G.U.R.I. 21 maggio 2012 n. 119 e in vigore dal 22 maggio – riordina la disciplina in materia di contributi pubblici alle imprese editrici nonché in tema di vendita di stampa quotidiana e periodica e pubblicità istituzionale.

La necessità e urgenza del provvedimento è individuata nell’esigenza di modificare i requisiti di accesso ed i criteri di calcolo dei contributi alle imprese editrici, in modo da conseguire effetti di risanamento della contribuzione pubblica, una piu’ rigorosa selezione dell’accesso alle risorse, nonche’ risparmi nella spesa pubblica.

Si tratta, peraltro, di una disciplina “ponte“, che è destinata a regolare la materia in attesa della ridefinizione delle forme di sostegno all’editoria.

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Il Decreto in commento, in particolare, disciplina:

–> i requisiti di accesso ai contributi all’editoria

L’art. 1, D.L. prevede che il decreto mira a razionalizzare l’utilizzo delle risorse, attraverso meccanismi che correlino il contributo per le imprese editoriali agli effettivi livelli di vendita e di occupazione professionale, in conformita’ con le finalita‘ di cui all’articolo 29, comma 3, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 (le finalità evocate consistono nel conseguire il risanamento della contribuzione pubblica, una piu’ rigorosa selezione dell’accesso alle risorse, nonche’ risparmi nella spesa pubblica).

A decorrere dai contributi relativi all’anno 2013, le imprese editrici di cui all’articolo 3, commi 2, 2-bis, 2-ter, con esclusione di quelle editrici di quotidiani italiani editi e diffusi all’estero, e 2-quater, della legge 7 agosto 1990, n. 250, le imprese di cui all’articolo 153, comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, fermi restando tutti gli altri requisiti di legge, possono richiedere i relativi contributi a condizione che la testata edita sia venduta, per le testate nazionali, nella misura di almeno il 30 per cento delle copie distribuite e, per le testate locali, nella misura di almeno il 35 per cento delle copie distribuite. Si considera testata nazionalequella distribuita in almeno cinque regioni e con una percentuale di distribuzione in ciascuna regione non inferiore al 5 per cento della propria distribuzione totale. Nella domanda di contributo sono evidenziate le modalita’ e le condizioni contrattuali che regolano l’eventuale affitto o acquisto della testata (comma 2).

Ai fini del comma 2, per copie distribuite si intendono quelle poste in vendita in edicola o presso punti di vendita non esclusivi, tramite contratti con societa’ di distribuzione esterne, non controllate ne’ collegate all’impresa editrice richiedente il contributo e quelle distribuite in abbonamento a titolo oneroso. Sono escluse le copie diffuse e vendute tramite strillonaggio, quelle oggetto di vendita in blocco, da intendersi quale vendita di una pluralita’ di copie ad un unico soggetto, nonche’ quelle per le quali non sia individuabile il prezzo di vendita. Sono ammesse al calcolo le copie vendute mediante abbonamento sottoscritto da un unico soggetto per una pluralita’ di copie, qualora tale abbonamento individui specificamente i singoli beneficiari e qualora il prezzo di vendita della singola copia venduta in abbonamento non sia inferiore al 20 per cento del prezzo di copertina. Sono altresi’ ammesse le copie cedute in connessione con il versamento di quote associative destinate alla sottoscrizione di abbonamenti a prodotti editoriali mediante espressa doppia opzione (comma 3).

Per accedere ai contributi e’ necessario altresi‘ che:

a) le cooperative editrici, fermo restando quanto previsto dall’articolo 1, comma 460, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, siano composte, esclusivamente, da giornalisti, poligrafici, grafici editoriali, con prevalenza di giornalisti e abbiano la maggioranza dei soci dipendente della cooperativa con contratto di lavoro a tempo indeterminato, mantenendo il requisito della prevalenza dei giornalisti;

b) le imprese editrici di cui al comma 2, nonche’ le imprese di cui all’articolo 153, comma 2, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e le imprese di cui all’articolo 20, comma 3-ter, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, se editrici di quotidiani, abbiano impiegato, nell’intero anno di riferimento del contributo, almeno 5 dipendenti, con prevalenza di giornalisti, regolarmente assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato; se editrici di periodici, abbiano impiegato, nell’intero anno di riferimento del contributo, almeno 3 dipendenti, con prevalenza di giornalisti, regolarmente assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato;

c) i dati relativi alla tiratura, alla distribuzione e alla vendita, nelle loro differenti modalita’, siano attestati da dichiarazioni sostitutive di atto notorio, rese dal legale rappresentante dell’impresa, e siano comprovati da apposita certificazione analitica rilasciata da una societa’ di revisione iscritta nell’apposito albo tenuto dalla CONSOB.

L’obbligo della relazione di certificazione dei bilanci, previsto dall’articolo 6, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 2 dicembre 1997, n. 525, per le imprese che editano giornali quotidiani italiani editi e diffusi all’estero, si estende ai dati relativi alle copie distribuite e vendute, con specificazione delle diverse tipologie di vendita. Le autorita’ diplomatiche o consolari competenti ai sensi del medesimo articolo 6 acquisiscono l’intera documentazione istruttoria richiesta per la concessione del contributo, ai fini dell’inoltro al Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il divieto di distribuzione degli utili, di cui all’articolo 3, comma 2, lettera d), della legge 7 agosto 1990, n. 250, siapplica a tutte le imprese editrici che percepiscono i contributi diretti.

Le domande relative al credito di imposta sulla carta, per l’anno 2011, di cui all’articolo 1, comma 40 , della legge 13 dicembre 2010, n. 220, si intendono regolarmente pervenute, purche’ inviate mediante raccomandata postale o tramite posta certificata entro la data di scadenza prevista dal relativo bando.

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–> i criteri di calcolo e liquidazione dei contributi

L’art. 2, D.L. in commento prevede che i contributi alle imprese editrici spettano nei limiti delle risorse stanziate sul pertinente capitolo del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. In caso di insufficienza delle risorse stanziate, agli aventi titolo spettano contributi ridotti mediante riparto proporzionale (comma 1).

A decorrere dai contributi relativi all’anno 2012, per le imprese di cui all’articolo 3, commi 2, 2-bis, 2-ter e 2-quater, della legge 7 agosto 1990, n. 250, per le imprese di cui all’articolo 153, commi 2 e 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, nonche’ per le imprese di cui all’articolo 20, comma 3-ter, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e successive modificazioni, il contributo, che non puo’ comunque superare quello riferito all’anno 2010, e’ cosi’ calcolato:

a) una quota pari al 50 per cento esclusivamente dei costi sostenuti per il personale dipendente, calcolati in un importo massimo di 120.000 euro annui e di 50.000 euro annui rispettivamente per ogni giornalista e per ogni poligrafico assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato, per l’acquisto della carta, per la stampa e per la distribuzione. I predetti costi devono essere direttamente connessi all’esercizio dell’attivita’ editoriale per la produzione della testata per la quale si richiedono i contributi ed i relativi pagamenti devono essere effettuati tramite strumenti tracciabili. Essi devono risultare dal bilancio di esercizio dell’impresa richiedente i contributi e dal relativo prospetto analitico dei costi. Tale prospetto deve far parte della relazione di certificazione del bilancio, corredata dell’idonea documentazione dimostrativa, redatta ai sensi dell’articolo 3, comma 2, lettera g), della legge 7 agosto 1990, n. 250 . Non sono comunque ammissibili i costi sostenuti dalle imprese editrici per l’acquisto di servizi editoriali consistenti nella predisposizione, anche parziale, di pagine del giornale e per attivita’ di consulenza.L’importo complessivo di tale quota non puo’, comunque, essere superiore a 2.000.000 di euro per i quotidiani nazionali, a 1.300.000 di euro per i quotidiani locali, a 300.000 euro per i periodici e a 1.000.000 di euro per le imprese editrici di giornali quotidiani di cui all’articolo 3, comma 2-ter, della legge 7 agosto 1990, n. 250;

b) una quota pari a 0,20 euro per ogni copia venduta per i quotidiani nazionali, a 0,15 euro per i quotidiani locali e a 0,35 euro per i periodici. Tale quota non puo’ comunque essere superiore all’effettivo prezzo di vendita di ciascuna copia. L’importo complessivo di tale quota di contributo non puo’ comunque essere superiore a 3.500.000 di euro per i quotidiani e a 200.000 euro per i periodici.

Per copie vendute si intendono quelle cedute a titolo oneroso presso le edicole o punti di vendita non esclusivi, o spedite in abbonamento a titolo oneroso, purche’ considerate ammissibili in conformita’ ai criteri specificati all’articolo 1, comma 3.

Il presente articolo non si applica ai contributi di cui all’articolo 3, comma 3, della legge 7 agosto 1990, n. 250 ( si tratta del contributo – concesso alle imprese editrici di periodici che risultino esercitate da cooperative, fondazioni o enti morali, ovvero da società la maggioranza del capitale sociale delle quali sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali che non abbiano scopo di lucro, – di importo annuale pari a 0,2 euro per copia stampata fino a 30.000 copie di tiratura media, indipendentemente dal numero delle testate). Le agenzie d’informazione radiofonica di cui all’articolo 53, comma 15, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, possono accedere a un contributo annuo pari al 30 per cento dei costi sostenuti per il personale e per la diffusione, risultanti dal bilancio certificato da una societa’ di revisione iscritta nell’apposito albo tenuto dalla CONSOB, e comunque non superiore a 800.000 euro.

All’articolo 4, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 250, le parole: “70 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “40 per cento” (si tratta del contributo annuo – corrisposto, a cura del Dipartimento dell’informazione e dell’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, – in misura percentuale – ridotta al 40 % – della media dei costi risultanti dai bilanci degli ultimi due esercizi, inclusi gli ammortamenti, e comunque non superiore a lire 4 miliardi, alle imprese radiofoniche che risultino essere organi di partiti politici rappresentati in almeno un ramo del Parlamento). Al comma 2 del medesimo articolo le parole: “80 per cento” sono sostituite dalle seguenti: “50 per cento” (che prevede che “A decorrere dall’anno 1991, ove le entrate pubblicitarie siano inferiori al 25 per cento dei costi di esercizio annuali, compresi gli ammortamenti, è concesso un ulteriore contributo integrativo pari al 50 per cento del contributo di cui al comma 1. La somma di tutti i contributi non può comunque superare l’80 per cento dei costi come determinati al medesimo comma 1“).

L’erogazione dei contributi diretti alla stampa e’ soggetta alla disciplina di cui all’articolo 48-bis del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. Il termine per la conclusione del procedimento relativo all’erogazione dei contributi scade il 31 marzo dell’anno successivo a quello di presentazione delle relative domande. A tale data il provvedimento e’ adottato comunque sulla base delle risultanze istruttorie acquisite, ferma restando la ripetizione delle somme indebitamente percepite.

Ai componenti della Commissione tecnica consultiva di cui all’articolo 54 della legge 5 agosto 1981, n. 416, rappresentanti delle categorie operanti nei settori della stampa e dell’editoria, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni in materia di conflitto di interessi dettate dalla legge 20 luglio 2004, n. 215.

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–> l‘editoria digitale

L’art. 3, D.L. in rassegna prevede che le imprese editrici che abbiano percepito per l’anno 2011 i contributi di cui all’articolo 3, commi 2, 2-bis, 2-ter e 2-quater, della legge 7 agosto 1990, n. 250, le imprese di cui all’articolo 153, commi 2 e 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, nonche’ le imprese di cui all’articolo 20, comma 3-ter, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, e successive modificazioni, possono continuare a percepire i contributi qualora la testata sia pubblicata, anche non unicamente, in formato digitale. La testata deve comunque essere accessibile online, anche a titolo non oneroso, in formato non inferiore a quattro pagine per numero, ed editare esclusivamente in formato digitale e accessibile online almeno 240 uscite per i quotidiani, 45 per i settimanali e plurisettimanali, 18 uscite per i quindicinali e 9 per i mensili (comma 1).

Al fine di favorire l’ampliamento e la diversificazione delle politiche editoriali delle imprese di cui al comma 1, e‘ consentita la riduzione di periodicita‘. A tale fine, per le testate in formato digitale, si prescinde dai requisiti di accesso di cui all’articolo 1, comma 2.

Fermo restando il rispetto dei tetti massimi previsti dall’articolo 2, il contributo per la pubblicazione esclusivamente in formato digitale e’ suddiviso in una quota pari, per i primi due anni, al 70 per cento dei costi sostenuti ed una quota calcolata sulla base di 0,10 euro per ogni copia digitale, ove venduta in abbonamento. Tale quota non puo’ comunque essere superiore all’effettivo prezzo di vendita di ciascuna copia digitale. Nel caso di pubblicazione non esclusivamente in formato digitale, i costi di produzione della edizione cartacea, calcolati secondo le disposizioni dell’articolo 2, concorrono con quelli relativi alla edizione in formato digitale, nell’ambito del tetto globale specificato all’articolo 2, comma 2, lettera a) (comma 3).

Ai fini dell’applicazione del comma 3, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di natura non regolamentare, da adottarsi entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono specificate le tipologie dei costi ammissibili per la pubblicazione in formato digitale. Tale decreto e’ aggiornato periodicamente, anche per ridefinire le caratteristiche tecniche delle testate digitali.

A decorrere dai contributi relativi all’anno 2013, fermi restando i requisiti di cui al comma 1,per testate in formato digitale si intendono quelle migrate a un sistema digitale di gestione di contenuti unico, dotate di un sistema di gestione di spazi pubblicitari digitali, anche attraverso soggetti concessionari di spazi pubblicitari digitali, di un sistema che consenta l’inserimento di commenti da parte del pubblico, con facolta’ di prevedere registrazione e moderazione, di un sistema di distribuzione di contenuti attraverso dispositivi mobili. Nel caso in cui la pubblicazione sia fruibile, in tutto o in parte, a titolo oneroso, le testate devono essere altresi’ dotate di un sistema di pubblicazione che consenta la gestione di abbonamenti e di contenuti a pagamento, nonche’ di una piattaforma che consenta l’integrazione con sistemi di pagamento digitali. L’effettiva dotazione dei sistemi e la sussistenza dei requisiti di cui al presente comma e’ oggetto, per ciascuna annualita’, di apposita dichiarazione sostitutiva di atto notorio redatta ai sensi dell’articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, sottoscritta dal legale rappresentante dell’impresa richiedente i contributi.

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–> la distribuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica

La principale novità è la tracciabilità delle vendite e delle rese dei giornali quotidiani e periodici attraverso l’utilizzo di opportuni strumenti informatici e telematici sulla lettura del codice a barre

L’art. 4, D.L. prevede, infatti, che per favorire la modernizzazione del sistema di distribuzione e vendita della stampa quotidiana e periodica, per assicurare una adeguata certificazione delle copie distribuite e vendute e nell’intento di agevolare la diffusione della moneta elettronica, a decorrere dal 1° gennaio 2013 e’ obbligatoria la tracciabilita’ delle vendite e delle rese dei giornali quotidiani e periodici attraverso l’utilizzo degli opportuni strumenti informatici e telematici basati sulla lettura del codice a barre. Per sostenere l’adeguamento tecnologico degli operatori, e’ attribuito, nel rispetto della regola de minimis di cui al Regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, un credito di imposta, per l’anno 2012, per un importo non superiore ai risparmi accertati con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero del Sottosegretario delegato ai sensi del comma 3 e, comunque, fino ad un limite massimo di 10 milioni di euro. A tale fine le somme rivenienti dai risparmi effettivamente conseguiti in applicazione del comma 3, per un importo complessivo non superiore a 10 milioni di euro, sono versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate, nelmedesimo anno, per le finalita’ di cui al presente comma, ad apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze. Il credito d’imposta va indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta per il quale e’ concesso ed e’ utilizzabile esclusivamente in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni. Esso non concorre alla formazione del reddito e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attivita’ produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono stabilite le condizioni, i termini e le modalita’ di applicazione del presente articolo anche con riguardo alla fruizione del credito di imposta al fine del rispetto del previsto limite di spesa e al relativo monitoraggio.

Al fine di assicurare l’applicazione dell’articolo 56, comma 4, della legge 23 luglio 2009, n. 99, il costo unitario cui si rapporta il rimborso in favore della societa’ Poste Italiane S.p.A. relativo all’applicazione delle tariffe agevolate per la spedizione dei prodotti editoriali nel periodo compreso dal 1° gennaio al 31 marzo 2010, e’ pari alle tariffe stabilite per l’anno 2012 per gli invii non omologati destinati alle aree extraurbane, dal Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze con il decreto 21 ottobre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 274 del 23 novembre 2010, recante tariffe per le spedizioni di prodotti editoriali, ad esclusione dei libri spediti tramite pacchi, effettuate dai soggetti di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 46. Resta ferma l’applicazione delle tariffe piene ai fini della determinazione dei rimborsi in favore della societa’ Poste Italiane S.p.A., per il periodo compreso tra il 14 agosto ed il 31 dicembre 2009. I risparmi conseguiti dall’applicazione delle disposizioni di cui al presente comma, rispetto allo stanziamento accantonato nel bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai sensi dell’articolo 10-sexies, comma 2, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 194, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25, da accertarsi con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ovvero del Sottosegretario delegato, sono destinati ad integrare le risorse del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri per le finalita’ di cui al comma 1, nonche’ per le ulteriori politiche di sostegno e sviluppo del settore editoriale.

I rivenditori di quotidiani e periodici possono svolgere attivita’ connesse all’erogazione di servizi da parte delle Pubbliche amministrazioni mediante l’utilizzo di una rete telematica e per il tramite di un idoneo sistema informatico (comma 4).

Il sistema informatico di cui s0pra deve:

a) assicurare il collegamento in tempo reale con gli archivi delle Pubbliche amministrazioni di cui al comma 4;

b) garantire la sicurezza ed integrita’ dei dati trasmessi;

c) essere operativo su tutto il territorio nazionale.

Dallo svolgimento delle attivita’ di cui al comma 4non devono derivare oneri a carico della finanza pubblica.

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–> la pubblicità istituzionale

L’art. 5, D.L. in rassegna prevede che ai fini della tutela del pluralismo e dell’ottimizzazione della spesa pubblica per l’acquisto di spazi sui mezzi di comunicazione di massa relativi alle campagne di comunicazione istituzionale promosse dalle amministrazioni centrali dello Stato, il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri fornisce, entro il 30 aprile di ogni anno, criteri ed indicazioni di riferimento per l’efficientamento della suddetta spesa, sulla base della rilevazione dei prezzi di acquisto effettuata dal Dipartimento stesso, tenuto conto delle informazioni e dei dati forniti dalle Amministrazioni entro il 31 gennaio di ogni anno (comma 1).

Le amministrazioni centrali dello Stato procedono all’acquisto degli spazi di cui al comma 1 nel rispetto dei criteri forniti dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria e alle condizioni economiche previste dagli accordi quadrodi cui all’articolo 11 della legge 7 giugno 2000, n. 150 (–> art. 11, “Programmi di comunicazione“: “1. In conformità a quanto previsto dal capo I della presente legge e dall’art. 12 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 e successive modificazioni, nonchè dalle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri, le amministrazioni statali elaborano annualmente il programma delle iniziative di comunicazione che intendono realizzare nell’anno successivo, comprensivo dei progetti di cui all’art. 13, sulla base delle indicazioni metodologiche del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il programma è trasmesso entro il mese di novembre di ogni anno allo stesso Dipartimento. Iniziative di comunicazione non previste dal programma possono essere promosse e realizzate soltanto per particolari e contingenti esigenze sopravvenute nel corso dell’anno e sono tempestivamente comunicate al Dipartimento per l’informazione e l’editoria. 2. Per l’attuazione dei programmi di comunicazione il Dipartimento per l’informazione e l’editoria provvede in particolare a: a ) svolgere funzioni di centro di orientamento e consulenza per le amministrazioni statali ai fini della messa a punto dei programmi e delle procedure. Il Dipartimento può anche fornire i supporti organizzativi alle amministrazioni che ne facciano richiesta; b ) sviluppare adeguate attività di conoscenza dei problemi della comunicazione pubblica presso le amministrazioni; c ) stipulare, con i concessionari di spazi pubblicitari, accordi quadro nei quali sono definiti i criteri di massima delle inserzioni radiofoniche, televisive o sulla stampa, nonchè le relative tariffe.“).

A tal fine, tenuto conto dell’interesse pubblico alla piu’ estesa veicolazione ai cittadini delle informazioni di carattere istituzionale, le concessionarie di pubblicita’ sono tenute ad applicare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la tariffa basata sul costo unitario piu’ basso applicato sul mercato al momento della stipula dell’accordo quadro, che viene rinnovato annualmente.

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– >quanto alle abrogazioni

L’art. 6, D.L. n. 63/2012 abroga:

a) l’articolo 2, commi 1 e 2, del decreto del Presidente della Repubblica 25 novembre 2010, n. 223, a decorrere dal 1° gennaio 2013;

–> Art.2 co.1 e 2 (Disposizioni relative ai requisiti per l’accesso ai contributi di cui all’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250).

1. Le imprese di cui all’articolo 3, commi 2, 2-bis, 2-ter, con esclusione di quelle editrici di quotidiani editi e diffusi all’estero, e 2-quater, della legge 7 agosto 1990, n. 250, nonche’ le imprese di cui all’articolo 153, comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, fermi restando tutti gli altri requisiti di legge, possono richiedere i relativi contributi a condizione che la testata edita sia venduta, per le testate nazionali, nella misura di almeno il 15 per cento delle copie distribuite e, per le testate locali, nella misura di almeno il 30 per cento delle copie distribuite. Per copie distribuite si intendono quelle poste in vendita in edicola o presso punti di vendita non esclusivi, entrambi tramite contratti con societa’ di distribuzione esterne, non controllate ne’ collegate all’impresa editrice richiedente il contributo, ovvero quelle distribuite in abbonamento a titolo oneroso. Nel computo delle copie distribuite non rientrano quelle oggetto di vendita in blocco, da intendersi quale vendita di una pluralita’ di copie ad un soggetto ad un prezzo inferiore a quello indicato sulla pubblicazione, effettuata direttamente dalle imprese editrici, non in abbonamento ed al di fuori della filiera distributiva, nonche’ quelle cedute in connessione con il versamento di quote associative, qualora non espressamente destinate alla sottoscrizione di abbonamenti a prodotti editoriali mediante doppia opzione di quota, e quelle diffuse tramite lo strillonaggio. La tiratura, la distribuzione complessiva nelle sue diverse modalita’, nonche’ la vendita, devono essere analiticamente certificate da una societa’ di revisione iscritta nell’apposito albo tenuto dalla CONSOB. Ai fini del presente articolo si intende per testata nazionale quella distribuita in almeno cinque regioni.

2. Fermi restando i requisiti previsti dall’articolo 1, commi 458 e 460, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, le cooperative devono essere composte in prevalenza da giornalisti e la maggioranza dei soci, mantenendo il medesimo criterio di prevalenza, deve risultare dipendente della cooperativa, con contratto di lavoro a tempo pieno ed indeterminato.

b) gli articoli 3 e 4 del decreto del Presidente della Repubblica25 novembre 2010, n. 223

–> Art.3 (Disposizioni relative alle modalita’ di calcolo dei contributi di cui all’articolo 3 della legge 7 agosto 1990, n. 250)

1. I contributi alle imprese editrici di cui all’articolo 3, commi 2 e 2-bis, della legge 7 agosto 1990, n. 250, nonche’ alle imprese editrici di quotidiani italiani editi e diffusi all’estero di cui al comma 2-ter del medesimo articolo 3, sono calcolati sulla base di un importo fisso annuo pari al 50 per cento dei costi ammissibili risultanti dal bilancio, inclusi gli ammortamenti, e comunque non superiore a 2 milioni di euro per ciascuna impresa, nonche’ di un importo variabile nella misura di euro 0,09 per ogni copia distribuita ai sensi di quanto previsto dall’articolo 2, comma 1, fino ad un massimo di 50 milioni di copie annue; l’ammontare complessivo di tali contributi non puo’ comunque superare il 60 per cento dei costi come sopra indicati. 2. I contributi alle imprese editrici di giornali quotidiani in lingua francese, ladina, slovena e tedesca, di cui all’articolo 3, comma 2-ter, della legge 7 agosto 1990, n. 250, nonche’ alle imprese editrici di periodici di cui al comma 2-quater del medesimo articolo 3, sono calcolati sulla base di un importo fisso annuo pari al 30 per cento dei costi ammissibili risultanti dal bilancio, inclusi gli ammortamenti, e comunque non superiore a 1 milione di euro per ciascuna impresa editrice di quotidiani ed a 300.000 euro per ciascuna impresa editrice di periodici, nonche’ di un importo variabile, nella misura di euro 0,09 per i quotidiani e di euro 0,20 per i periodici, per ogni copia distribuita ai sensi di quanto previsto dall’articolo 2, comma 1, del presente decreto, fino ad un massimo di 50 milioni di copie annue. L’ammontare complessivo di tali contributi non puo’ comunque superare il 50 per cento dei costi come sopra indicati. 3. Alle imprese editrici di quotidiani o periodici di cui all’articolo 153, comma 2, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, ed all’articolo 20, comma 3-ter, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, continua ad applicarsi il disposto dell’articolo 1, comma 460, della legge 23 dicembre 2005, n. 266. I relativi contributi sono cosi’ calcolati: a) un contributo fisso annuo di importo pari al 40 per cento dei costi ammissibili risultanti dal bilancio, inclusi gli ammortamenti, e comunque non superiore a 1.290.000 euro per i quotidiani e a 310.000 euro per i periodici;b) contributi variabili secondo i seguenti scaglioni: 1) per i giornali quotidiani: 258.000 euro all’anno da 10.000 a 30.000 copie di tiratura media giornaliera; 154.000 euro all’anno ogni 10.000 copie di tiratura media giornaliera dalle 30.000 alle 150.000 copie; 103.000 euro all’anno ogni 10.000 copie di tiratura media giornaliera oltre le 150.000 copie e fino alle 250.000 copie; 2) per i giornali periodici un contributo di 207.000 euro nel caso di tirature medie superiori alle 10.000 copie; c) un ulteriore contributo pari alla somma dei contributi di cui alle lettere a) e b); d) la somma dei contributi previsti alle lettere a), b) e c) non puo’ comunque superare il 70 per cento dei costi ammissibili. 4. Le agenzie di stampa di cui all’articolo 2, comma 30, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, e le agenzie di informazione radiofonica di cui all’articolo 53, comma 15, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, possono accedere a un contributo fisso annuo pari al 30 per cento dei costi ammissibili risultanti dal bilancio, inclusi gli ammortamenti, e comunque non superiore a 1 milione di euro per ciascuna impresa. 5. I costi sostenuti dalle imprese editrici per l’acquisto di servizi editoriali consistenti nella predisposizione, anche parziale, di pagine del giornale, continuano ad essere considerati, ai fini del calcolo dei contributi di cui al presente articolo, unicamente nel limite del 10 per cento di tutti gli altri costi ammissibili, purche’ in presenza di certificazione di regolarita’ contributiva delle imprese fornitrici dei medesimi servizi editoriali. 6. Ai fini del presente articolo per costi ammissibili si intendono i costi direttamente connessi all’esercizio dell’attivita’ editoriale per la produzione della testata per la quale si richiedono i contributi. Con successivo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di natura non regolamentare, da adottarsi entro il 31 dicembre 2010, sono specificate le tipologie dei costi ammissibili. 7. In caso di insufficienza delle risorse stanziate sul pertinente capitolo del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, agli aventi titolo spettano contributi ridotti mediante riparto proporzionale.”

Art.4 (Disposizioni per favorire lo sviluppo dell’occupazione nel settore editoriale)

1. Fermo restando quanto stabilito dal comma 2 dell’articolo 2 del presente regolamento, il contributo spettante alle imprese editrici di quotidiani, calcolato secondo i parametri di cui all’articolo 3, e’ ridotto del 20 per cento quando, risultando superiore a 2 milioni di euro, l’impresa non abbia utilizzato, nell’intero anno di riferimento del contributo, almeno 5 dipendenti, con prevalenza di giornalisti, regolarmente assunti con contratto a tempo pieno ed indeterminato, e quando, risultando superiore a 1 milione di euro ed inferiore a 2 milioni di euro, l’impresa non abbia utilizzato, nell’intero anno di riferimento del contributo, almeno 3 dipendenti, con prevalenza di giornalisti, regolarmente assunti con contratto a tempo pieno ed indeterminato. Il contributo spettante alle imprese editrici di periodici, calcolato secondo i criteri di cui all’articolo 3, e’ ridotto del 20 per cento quando, risultando superiore a 400 mila euro, l’impresa non abbia utilizzato, nell’intero anno di riferimento del contributo, almeno 3 dipendenti, con prevalenza di giornalisti regolarmente assunti con contratto a tempo pieno ed indeterminato, e quando, superiore a 200 mila euro ed inferiore a 400 mila euro, l’impresa non abbia utilizzato, nell’intero anno di riferimento del contributo, almeno 2 dipendenti, di cui almeno un giornalista, regolarmente assunti con contratto a tempo pieno ed indeterminato.”

c) l’articolo 3, commi 2, lettera c), e 3, lettera a), della L. 7 agosto 1990, n. 250;

Art. 3 co. 2 lett. c)“2. A decorrere dal 1° gennaio 2002, i contributi di cui al comma 8 e al comma 11 del presente articolo [, il cui ammontare non può comunque superare il 50 per cento dei costi complessivi, compresi gli ammortamenti, risultanti dal bilancio dell’impresa stessa], sono concessi, limitatamente ad una sola testata, alle imprese editrici di giornali quotidiani che, con esclusione di quanto previsto dalle lettere a) e b) per le cooperative editrici costituite ai sensi e per gli effetti dell’articolo 153, comma 4, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, possiedano i seguenti requisiti (25):a) siano costituite come cooperative giornalistiche da almeno tre anni;b) editino la testata stessa da almeno tre anni;c) abbiano acquisito, nell’anno di riferimento dei contributi, entrate pubblicitarie che non superino il 30 per cento dei costi complessivi dell’impresa risultanti dal bilancio dell’anno medesimo (1);d) abbiano adottato con norma statutaria il divieto di distribuzione degli utili nell’esercizio di riscossione dei contributi e nei dieci esercizi successivi;[e) la testata edita abbia diffusione formalmente certificata pari ad almeno il 25 per cento della tiratura complessiva per le testate nazionali e ad almeno il 40 per cento per quelle locali. Ai fini del presente articolo, si intende per diffusione l’insieme delle vendite e degli abbonamenti e per testata locale quella cui almeno l’80 per cento della diffusione complessiva è concentrata in una sola regione] (26);[f) le testate nazionali che usufruiscono di contributi di cui al presente articolo non siano poste in vendita congiuntamente con altre testate;] (2)g) abbiano sottoposto l’intero bilancio di esercizio cui si riferiscono i contributi alla certificazione di una società di revisione scelta tra quelle di cui all’elenco apposito previsto dalla CONSOB;

[ h) la testata edita sia posta in vendita a un prezzo non inferiore alla media dal prezzo base degli altri quotidiani, senza inserti e supplementi, di cui viene accertata la tiratura, prendendo a riferimento il primo giorno di pubblicazione dall’anno di riferimento dei contributi.”

Art. 3, comma 3, lett. a)

3. A decorrere dal 1° gennaio 1991, alle imprese editrici di periodici che risultino esercitate da cooperative, fondazioni o enti morali, ovvero da società la maggioranza del capitale sociale delle quali sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali che non abbiano scopo di lucro, sono corrisposte annualmente 0,2 euro per copia stampata fino a 30.000 copie di tiratura media, indipendentemente dal numero delle testate. Le imprese di cui al presente comma devono essere costituite da almeno tre anni ovvero editare testate diffuse da almeno cinque anni. I contributi di cui al presente comma sono corrisposti a condizione che le imprese editrici:

a) non abbiano acquisito, nell’anno precedente introiti pubblicitari superiori complessivamente al 40 per cento dei costi, compresi gli ammortamenti, dell’impresa per l’anno medesimo, risultanti dal bilancio;

b) editino periodici a contenuto prevalentemente informativo;

c) abbiano pubblicato nei due anni antecedenti l’entrata in vigore della presente legge e nell’anno di riferimento dei contributi, non meno di 45 numeri ogni anno per ciascuna testata per i plurisettimanali e settimanali, 18 per i quindicinali e 9 per i mensili.”

d) l’articolo 1, comma 458, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 (secondo cui “A decorrere dal 1° gennaio 2006, per l’accesso alle provvidenze di cui all’ articolo 3, commi 2 e 2-quater, della legge 7 agosto 1990, n. 250, e successive modificazioni, le cooperative editrici devono essere composte esclusivamente da giornalisti professionisti, pubblicisti o poligrafici.”).

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Avv. Andrea Faccon